Odg per la seduta n. 73 della commissione Politiche dell'Unione europea
SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


14a Commissione permanente
(POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)


73ª seduta: mercoledì 13 febbraio 2019, ore 15,30


ORDINE DEL GIORNO


IN SEDE REFERENTE

I. Seguito dell'esame del disegno di legge:
Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (Approvato dalla Camera dei deputati)- Relatrice alla Commissione BONFRISCO
(Relazioni della 1ª, della 2ª, della 3ª, della 4ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 8ª, della 9ª, della 10ª, della 11ª, della 12ª, della 13ª e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(944)
II. Esame del documento:
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 - Relatrice alla Commissione GIANNUZZI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 3ª, della 4ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 8ª, della 9ª, della 10ª, della 11ª, della 12ª e della 13ª Commissione)
(Doc. LXXXVI, n. 2)

IN SEDE CONSULTIVA

Esame congiunto dei disegni di legge e dei relativi emendamenti:
1. GIROTTO ed altri. - Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale
(594)
2. PATRIARCA ed altri. - Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale
(622)
(Parere alla 10ª Commissione)
- Relatore alla Commissione LOREFICE

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione
Svolta

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

GARAVINI , PITTELLA , VATTUONE , ALFIERI , FEDELI , GINETTI , ROJC - Al Ministro per gli affari europei. -

Premesso che:

il 15 gennaio 2019 la Camera dei Comuni ha respinto l'accordo raggiunto tra Unione europea e Regno Unito in data 25 novembre 2018;

di conseguenza, a causa anche dell'indebolimento del Governo May e dell'acuirsi delle frizioni politiche interne, oggi appare sempre più concreta la possibilità che i negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea si concludano senza un accordo tra le due parti, ovvero con il cosiddetto "no deal";

tale evenienza avrebbe per l'Italia e l'Unione europea conseguenze estremamente gravi e in buona parte imprevedibili; a titolo esemplificativo delle conseguenze per l'Italia, il no deal comporterebbe la decadenza degli accordi che il Regno Unito aveva sottoscritto, che, quindi, andrebbero rinegoziati con ogni singolo Paese dell'Unione, compresa l'Italia;

considerato che:

il Regno Unito è il quinto importatore al mondo di beni italiani e, tra i settori dell'export italiano, i più rilevanti sono la meccanica strumentale, il tessile, il chimico e l'agroalimentare;

di particolare rilievo strategico appare anche l'interscambio relativo alla difesa e all'alta tecnologia, legate in particolare a player come Leonardo, ma anche a molte piccole e medie industrie, che hanno una forte presenza in entrambi i Paesi;

considerato altresì che:

attualmente risiedono nel Regno Unito circa 600.000 italiani, che perderebbero i benefici attualmente derivanti dallo status di cittadino europeo, venendo assoggettati all'obbligo di richiedere un permesso di soggiorno e di lavoro e di rientrare nelle quote stabilite dal Governo britannico per l'ingresso degli stranieri, e vedendo, inoltre, a rischio, le garanzie relative a protezione sociale e sanitaria, oltre a tutti i benefici di cui oggi fruiscono, come lavoratori o studenti comunitari;

di fronte allo scenario di un "no deal" molti Paesi, tra i quali Francia, Germania e Paesi Bassi, stanno già approntando misure per salvaguardare i propri cittadini presenti nel Regno Unito e gli scambi commerciali con Londra,

si chiede di sapere quali iniziative urgenti il Governo intenda attuare al fine di affrontare lo scenario di un possibile "no deal" e al fine di tutelare gli interessi dei nostri cittadini, delle nostre imprese e degli investitori nei rapporti con il Regno Unito.


(3-00569)