Premesso che:
il 15 gennaio 2019 la Camera dei Comuni ha respinto l'accordo raggiunto tra Unione europea e Regno Unito in data 25 novembre 2018;
di conseguenza, a causa anche dell'indebolimento del Governo May e dell'acuirsi delle frizioni politiche interne, oggi appare sempre più concreta la possibilità che i negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea si concludano senza un accordo tra le due parti, ovvero con il cosiddetto "no deal";
tale evenienza avrebbe per l'Italia e l'Unione europea conseguenze estremamente gravi e in buona parte imprevedibili; a titolo esemplificativo delle conseguenze per l'Italia, il no deal comporterebbe la decadenza degli accordi che il Regno Unito aveva sottoscritto, che, quindi, andrebbero rinegoziati con ogni singolo Paese dell'Unione, compresa l'Italia;
considerato che:
il Regno Unito è il quinto importatore al mondo di beni italiani e, tra i settori dell'export italiano, i più rilevanti sono la meccanica strumentale, il tessile, il chimico e l'agroalimentare;
di particolare rilievo strategico appare anche l'interscambio relativo alla difesa e all'alta tecnologia, legate in particolare a player come Leonardo, ma anche a molte piccole e medie industrie, che hanno una forte presenza in entrambi i Paesi;
considerato altresì che:
attualmente risiedono nel Regno Unito circa 600.000 italiani, che perderebbero i benefici attualmente derivanti dallo status di cittadino europeo, venendo assoggettati all'obbligo di richiedere un permesso di soggiorno e di lavoro e di rientrare nelle quote stabilite dal Governo britannico per l'ingresso degli stranieri, e vedendo, inoltre, a rischio, le garanzie relative a protezione sociale e sanitaria, oltre a tutti i benefici di cui oggi fruiscono, come lavoratori o studenti comunitari;
di fronte allo scenario di un "no deal" molti Paesi, tra i quali Francia, Germania e Paesi Bassi, stanno già approntando misure per salvaguardare i propri cittadini presenti nel Regno Unito e gli scambi commerciali con Londra,
si chiede di sapere quali iniziative urgenti il Governo intenda attuare al fine di affrontare lo scenario di un possibile "no deal" e al fine di tutelare gli interessi dei nostri cittadini, delle nostre imprese e degli investitori nei rapporti con il Regno Unito.